Un passo alla volta

Il primo passo per un impianto dentale, la fase chirurgica, è la consultazione, che coinvolge una radiografia panoramica e un piano di trattamento. La radiografia ci aiuta vedere il substrato osseo necessario per l’inserimento degli impianti e il loro piano di collocamento. Affinché l’impianto possa essere inserito, ci vuole una quantità e qualità sufficiente di osso. Se queste due non sono soddisfatti, ci sono varie procedure di aumento (aggiunta) osseo.

Una volta stabilito il piano di trattamento, si procede all’inserimento effettivo degli impianti. Questo è un metodo indolore, eseguito sotto anestesia locale, che può durare da 30 minuti per ore, a seconda della complessità del caso. L’intervento consiste in una incisione nella gomma, seguita dal suo sollevamento e l’esposizione diretta dell’osso. Poi, segue la trapanazione con una serie di mulini appositamente tarati a seconda della lunghezza e del diametro dell’impianto, inserendo poi l’impianto stesso, ottenendo la cosiddetta stabilità primaria.

Dopo aver inserito l’impianto, viene suturata la gomma alla posizione di partenza e segue poi la rifilatura della cavità orale. Dopo questa fase, il paziente può tornare a casa seguendo le istruzioni dopo la chirurgia e la medicazione prescritta e tornerà dopo 7 giorni per il controllo e la rimozione dei fili di sutura.

Il secondo passo, la fase protetica, viene eseguita dopo 4-6 mesi dopo aver ottenuto la stabilità secondaria, cioè l’osteointegrazione dell’impianto nell’osso. Sotto  l’anestesia locale, una piccola incisione viene effettuata nell’impianto destro e si segue la sua esposizione. All’impianto viene collegato un cappuccio gengivale (formatore gengivale), che permette la guarigione estetica della gomma. Dopo alcuni giorni viene montato una navetta ottusa che prende l’impronta, che viene inviata ad un laboratorio odontotecnico in cui il lavoro è fatto e individualizzato. Una volta finito il lavoro viene fissato mediante cementazione o avvitamento.

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